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Posto su questo blog l'appello di "Chile despertò Italia" per la liberazione dei prigionieri politici. Il 10, giorno mondiale dei diritti umani, c'è stata una mobilitazione internazionale per chiedere la libertà dei prigionieri politici arrestati durante El estallido social dello scorso anno e per manifestazioni a sostegno del Plebiscito. La lotta per la democrazia in Cile continua, ed è bene non dimenticarlo.

APPELLO ITALIA PER LA LIBERTA’ DEI PRIGIONERI POLITICI IN CILE
Italia, Dicembre 2020
Noi, cittadini italiani e cileni residenti in Italia, dichiariamo la nostra grande preoccupazione per la situazione di più di 2.000 detenuti in Cile, come conseguenza della rivolta popolare iniziata ad Ottobre 2019.
Siamo solidale con le molteplice iniziative in Cile e in diversi Paesi per la loro libertà, soprattutto dall’associazione delle famiglie dei detenuti e della Commissione di Diritti Umani del Cile. Apprezziamo e
accogliamo l’Appello della suddetta associazione, insieme ad altre organizzazioni, a sostegno dello sciopero generale in Cile il 10 dicembre venturo, ove viene chiesto il coinvolgimento della comunità internazionale.
Chiediamo la libertà immediata dei prigionieri politici, mediante un indulto oppure un’amnistia generale. Si rende necessario mettere fine alle arbitrarietà commesse nei processi avviati e nelle condanne applicati a
molti di loro. Nella stragrande maggioranza, i detenuti sono giovani studenti e lavoratori, tanti minorenne, che aspettano processi per presunti delitti contro l’ordine pubblico, la cui sanzione è spesso inferiore al
tempo già trascorso privati di libertà. In altri casi, sono imputati per delitti contro la sicurezza interna dello Stato o per la denominata “legge degli armi”, malgrado i suoi avvocati difensori abbiano denunciato
l’esistenza di prove soltanto indirizziare o confezionate, all’uopo, con inganno. A tale riguardo, abbiamo presso conoscenza di un completo dossier sulla situazione de questi detenuti in
carcere o sotto arresto domiciliario totale. Analogamente, di comunicati e rapporti sulle violazioni ai diritti umani in Cile, emanati dalla Commissione Cilena dei Diritti Umani, l’Istituto Nazionale dei Diritti Umani del
Cile e istituzioni di noto prestigio internazionale, come Human Rights Watch e Amnesty International. Altrettanto, delle pronunce degli organi di diritti umani delle Nazioni Unite e dal sistema interamericano.
Risulta del tutto inaccettabile che in un Paese democratico occorrano degli episodi quali quelli indicati nel dossier. Il comportamento deviato e privo di senso di Carabineros de Chile, ha portato alla rinuncia del loro
Direttore Generale, dopo il lancio nel fiume Mapocho di un minore di età, da parte di uno di loro, in pieno centro della città di Santiago, verso la fine di Ottobre; nonché, dalla recente azione repressiva dei carabinieri
presso un centro statale per minorenni, nel sud del Cile, dove sono stati gravemente feriti con armi da fuoco due ragazzini. A questi fatti sconvolgenti, s’aggiungono le numerose persone decedute dall’attività
repressiva, 70 donne abusate sessualmente dopo l’arresto e il caso di 465 vittime di trauma oculare (tante hanno perso un occhio, o sono rimaste cieche, per colpi di pallottole da proiettili che contengono piombo o
da bombe lacrimogene sparate ad altezza degli occhi). Infine, siamo anche disturbati dalla inconsueta pressione esercitata dal governo cileno nei confronti dei Procuratori e dei Tribunali di Garanzia, affinché i
detenuti politici restino in carcere, malgrado assembramenti e la pandemia Covis19 che imperversa nel Paese. Lo scorso 25 ottobre, circa l’80% dei cileni hanno approvato con un plebiscito di darsi una nuova Costituzione, redatta da una convenzione costituzionale (assemblea) da eleggere in Aprile 2021. Questo plebiscito è stato possibile grazie alla rivolta sociale e degli studenti, gli stessi che continuano ad essere in carcere. Un fatto profondamente ingiusto e discriminatorio, visto anche che nessun membro delle forze d’ordine ha sofferto un trattamento analogo, malgrado i delitti commessi in violazione dei diritti umani. Un nuovo Patto Sociale in Cile richiede buona volontà e pace, richiede la riparazione di questi torti. Facciamo un appello alle autorità cilene per risolvere questo problema ed inviare, così, un importante segnale
di distensione prima che la convenzione costituzionale venga eletta; la quale avrà, per la prima volta nel mondo, una rappresentanza paritaria di donne e uomini per redigere la nuova Costituzione del Cile.
Libertà immediata per i prigionieri politici della rivolta popolare in Cile!

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