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Invito tutti e tutte a sostenere questo Manifesto. Le ragioni sono ormai chiare per chi mi segue su questo blog, ed è ridondante ricordare il rischio che l'Italia sta correndo a livello politico, culturale, sociale ed economico con questo governo. Tuttavia, è bene ricordarle ancora una volta sinteticamente.
Siamo in una situazione che potremmo chiamare, per semplificare, pre-fascista (considerando il fascismo una categoria puramente politica e non una categoria storica). Non sappiamo quanto durerà e quali forme prenderà. Mi sembra sufficiente, però, sottolineare che una parte della società, ahinoi, fa la sua parte seguendo i deliri e le menzogne sistematiche dei politici che ci governano in questo momento, più che in passato. La guerra tra poveri e la rabbia verso il più debole e diverso sono ormai moneta sonante dei politici più cinici della storia Repubblicana, e il comportamento di ampi settori sociali ormai miserabili (e non semplicemente poveri). Sono ormai troppi i casi di aggressione fisica e violenza armata contro i migranti nel "Bel Paese". Il razzismo ingrassa qualcuno, sciacalli travestiti da persone, a discapito di tutti. Perciò invito a firmare questo Manifesto, inviando una mail a: palermo@repubblica.it

Il razzismo non è un’invenzione. In questi mesi siamo stati testimoni di una progressione del razzismo in Italia, di uno sdoganamento della violenza verbale e fisica che coinvolge e vede protagonisti non solo chi ha idee e pratiche di una certa destra, fascista e populista, ma anche chi, vittima di paure e insicurezze, ha individuato negli immigrati il nemico da perseguire, offendere, violare. Quarantacinque casi di violenza, soltanto negli ultimi due mesi, hanno colpito in tutta Italia persone di origine straniera, ma è solo la punta dell’iceberg, tantissimi casi temiamo non siano stati denunciati per timore o per sfiducia.

Con questo manifesto vogliamo assumerci le nostre responsabilità e affermare senza se e senza ma che un’emergenza razzismo esiste e va riconosciuta come tale anche dalla politica, dalle istituzioni, dalle forze dell’ordine e dall’intera società civile. Si è costruito ad arte e per ragioni elettorali il mito dell’“invasione” che non corrisponde alla realtà. L’Eurostat recentemente ha affermato che il trend di migrazioni verso l’Europa — meta di una porzione relativamente molto ridotta di chi si sposta per cercare una vita migliore — si manterrà stabile con circa 1 milione di ingressi l’anno, compensando il calo demografico generale della popolazione. Come ha detto recentemente Tito Boeri, insomma, dei migranti abbiamo bisogno. Resta da capire se vogliamo accoglierli in modo eticamente e materialmente decoroso e rispettoso della dignità di chiunque, oppure vogliamo accoglierli in un Paese che li mortifica, li rifiuta, li disumanizza.

L’escalation di razzismo di questi mesi è stata sottovalutata, non ammessa, ridotta: è ora che l’Italia guardi in faccia l’esistenza del razzismo, non possiamo più essere sordi e ciechi dinanzi le discriminazioni e le violenze di cui sono vittime nella quotidianità gli stranieri e gli italiani di “origine straniera”. Vogliamo denunciare tutto ciò ma vogliamo anche affermare e raccontare a chi non si è accorto, a chi è anestetizzato da certi proclami, che l’Italia è, ormai da anni, anzi potremmo dire lo è sempre stata, un incrocio di culture, tradizioni, colori che ne fanno una terra ricca.

C’è una situazione generale di crisi e di ingiustizia, di non soddisfacimento dei diritti di tutte e tutti, e c’è chi usa, strumentalizza le paure e le incertezze di categorie sociali sempre più ampie. Sappiamo bene dove questa strada può portare e non possiamo restare a guardare. Tutte e tutti dobbiamo affermare con forza: no al razzismo. Perciò:

1. La vigilanza
Chiediamo che la politica, le istituzioni, le forze dell’ordine riconoscano che in Italia c’è un incalzante e diffuso fenomeno di razzismo e che mettano in atto azioni conseguenti che vigilino sui discorsi e atti razzisti e non li consentano per la sicurezza di tutte e tutti coloro che ne sono vittime e per la coesione sociale della nostra comunità.

2. La libertà di movimento
Riconosciamo la libertà di chiunque di muoversi, spostarsi, cercare la felicità, salvare la propria vita o cercare di averne una migliore. Non possiamo non interrogarci sulle cause che portano uomini, donne, anziani e giovani a lasciare le proprie case, i propri affetti e i propri Paesi. Non possiamo non interrogarci su leggi che non esistono o non permettono una mobilità regolare e minori rischi per chi cerca di spostarsi affrontando, nella maggior parte dei casi, viaggi a rischio della propria vita.

3. La cultura e l’educazione
Mobilitiamoci attraverso l’educazione, il diritto e la cultura: tutte e tutti dobbiamo sentire il richiamo di questa responsabilità perché quella verso cui andiamo è una società afflitta da una grave crisi di relazioni e rapporti, che non sarà più capace di interagire al suo interno, figuriamoci mostrare solidarietà all’altro, chiunque esso sia.

4. La politica sull’immigrazione
Denunciamo con decisione le modalità di fare politica che questo governo, irresponsabilmente, sta adottando come tutte le politiche precedentemente messe in atto relative all’immigrazione: direttive, circolari, dispositivi fuori da qualsiasi disegno e immagine di società e governo democratico e civile.

5. Le bufale sui numeri
Smantelliamo questa falsa narrazione su un’invasione che non esiste, sfatiamo il mito — falso — che certe politiche di costruzione di muri portino a una diminuzione degli arrivi perché, guardiamo in faccia la realtà, servono solo a “clandestinizzare”, a rendere più pericolosi i percorsi migratori, servono solo a rendere ancora più forte quel fantasma del nemico che non è nel migrante ma è in un sistema sociale ed economico iniquo. I dati ce lo dicono forte e chiaro: non esiste un’invasione, esiste una cattiva gestione dei flussi migratori, una cattiva gestione della distribuzione di coloro che arrivano, e aumentare il livello di scontro politico in Europa non sta facendo altro che porre l’Italia in una situazione di stallo e di “imbuto”.

6. I diritti di cittadinanza
Lo diciamo dalla Sicilia, dai nostri quartieri che contengono insieme il centro e la periferia: non vogliamo una guerra tra poveri, riprendiamoci il discorso sui diritti e doveri di cittadinanza di tutte e tutti, perché è l’ambiguità sui diritti di cittadinanza che sta spianando la strada alle peggiori pulsioni xenofobe e razziste. La nostra multietnicità è un fatto e soprattutto è una ricchezza per tutta la nostra società e da tutti i punti di vista.
Non saremo complici della stigmatizzazione delle diversità, identificate strumentalmente come fattori di alterazione dell’ordine collettivo.
Non saremo complici di una formulazione razziale delle questioni geopolitiche e di un’economia di rapina.
Non saremo complici del disfacimento della società civile italiana, per questo diciamo e invitiamo tutte a tutti a dire: no al razzismo.
Forum antirazzista Palermo
Aps Maghweb
Arci Palermo
Arci Sicilia
Arci Porco rosso
Arte migrante Palermo
Associazione avvocati dei diritti umani-Adduma Palermo
Associazione culturale caffè internazionale
Associazione diritti e frontiere-Adif
Associazione Handala
Associazione Lab. Zen 2
Associazione Nottedoro
Associazione Pellegrino della terra onlus
Borderline Europe
Borderline Sicilia
Centro salesiano Santa Chiara
Hryo-Human Rights Youth Organization
Centro Astalli Palermo
Cgil Migranti Palermo
Ciai-Centro italiano aiuti all’infanzia Palermo
Ciss-Cooperazione internazionale Sud Sud
Comitato antirazzista Cobas Palermo
Cooperativa libera... mente Palermo
Cooperativa idee in movimento Palermo
Coordinamento antitratta di Palermo
Emmaus Palermo
Istituto di formazione politica “Pedro Arrupe”
Itastra-Scuola di italiano per stranieri
La casa della cooperazione circolo Arci
Laboratorio Zen Insieme
Laici missionari comboniani
La Migration-Sportello migranti Lgbt
Mediterraneo di pace
Medicina democratica
Missionari comboniani Palermo
Moltivolti
Osservatorio contro le discriminazioni razziali “Noureddine Adnane”
Palermo Pride
Per esempio onlus
ROMpiamo i pregiudizi
Stato Brado
Frank Ferlisi (associazione Italia-Cuba)
Centro diaconale La Noce-Istituto Valdese Palermo

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