Al di là della solidarietà a Roberto Saviano, voglio postare la sua risposta al nostro neoministro "criminale" (xenofobo, nazionalista, razzista.....e mi fermo solo per non riempire il mio blog di Onorevoli aggettivi...), perché lui, come a volte accade, coglie esattamente il problema: va spiegato a chi lo vota, ancora una volta, che essere FORTE CON I DEBOLI E DEBOLE CON I FORTI, è tipico delle figure e delle personalità autoritarie, meschine, che invece di risolvere i problemi reali che viviamo costruiscono i capri espiatori per orientare il nostro odio e disagio verso gli ultimi degli ultimi. Generalmente ridotti a figure dell'immaginazione. A fantasmi. Chi fa questo, come il nostro neoministro "criminale", usa l'autorità e il potere che possiede in modo violento. Come le persone che sostengono attivamente le sue azioni e i suoi pensieri, miserabili umanamente e pericolose socialmente. Quindi politicamente. Come chi pensa che la violenza verbale e istituzionale contro i migranti e i rom sia una merce qualsiasi del mercato elettorale,e non, come hanno capito anche Vauro e Santoro, profondamente inconstituzionale. Quindi, criminale (http://www.repubblica.it/politica/2018/06/21/news/vauro_santoro_mattarel...)
Saviano risponde come si deve: facendo conflitto ed esponendosi ad eventuali, ulteriori, ritorsioni. A prescidere da uno scivolone nel suo discorso (dare del buffone a un ministro potrebbe avere delle conseguenze negative), la sua sostanza è ineccepibile: NON BISOGNA AVERE PAURA DEI CRIMINALI CHE MINACCIANO. O di denunciare le menzogne che sono diventate luoghi comuni privi di qualsiasi seppur minima attinenza con la realtà. Bisogna sfidarli apertamente. Come avviene a chi ha la forza e il coraggio di denunciare le minacce mafiose. Perché di questo, in fondo, si tratta. Di fare DISOBEDIENZA CIVILE a una POLITICA CRIMINALE.

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