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Uno sparo nella notte, un colpo al cuore, e poi il silenzio. Di tutti coloro che l'hanno amata. E' successo anche a me, quando ho saputo che Sinéad se n'è andata.
Mi è difficile essere fan di qualcuno. Forse l'unica eccezione è Francesco De Gregori, di cui sono un fan bizzarro e pigro. Ma se c'è qualcosa che ho sempre ripetuto, da quando, appena adolescente, sono stato rapito dalla canzone ormai cult che le ha dato la notorietà, Nothing compares 2U (https://www.msn.com/fi-fi/viihde/uutiset/sin%C3%A9ad-o-connor-nothing-co...), è che, se mi guardo in giro, non riesco a trovare un'altra cantante come lei. Perché non era una semplice cantante, ma una grande artista, che faceva della voce e della interpretazione un universo complesso e sottile. Dove emozioni e intelligenza, presenza e trascendenza, si cuciono in sempre nuovi vestiti e immagini di una forza e di una delicatezza straordinaria. Una donna che ha saputo trasmettere tutte le sfumature della femminilità, una persona che ha indagato moltissime sfaccettature della comune esistenza umana. Immersa nei drammi della nostra esistenza, nel caos denso che ognuno di noi vive, ma che molti, per sopravvivere, semplicemente ignorano. Se davanti alla patina apparente che copre le nostre maschere sociali, raschiamo la superficie per cercare di capire, di vedere, cosa c'è sotto, forse arriveremo a capire come viveva Sinéad. Oltre ogni convenzione ipocrita e malsana, a cui tanti, troppi, si aggrappano per poter essere accettati, per poter sopravvivere in un mondo feroce, che spesso finisce per inchiodarti ad un ruolo e a un personaggio. Soprattutto nel "mondo spettacolo". Proprio quello che, se si ripercorre il percorso artistico di Sinéad si scoprirà, con la meraviglia di chi non lo conosce, che lei è sempre riuscita ad evitare (https://www.youtube.com/watch?v=hzPyhIp-Gk4&fbclid=IwAR1crhpF8dMp-GYiFPM...). A morire e rinascere moltissime volte, musicalmente e artisticamente, oltre che umanamente. Per poter sfuggire a questa condanna sociale. Per non cedere mai, nemmeno di un millimetro, al conformismo e alle mode. Per non cedere alla ricerca del successo, mai. Anche quando il successo è arrivato, dato il suo enorme talento (https://www.youtube.com/watch?v=izi2Wej_0ck&t=1854s). Perché chi vive di musica, chi ne fa una ricerca esistenziale e vitale, prima di tutto, e senza compromessi, come lei, fa sicuramente una grande fatica per restare appoggiato alla notte, senza caderci dentro, esserne risucchiato. Per non finire stritolati dal contesto sociale, dal mercato discografico, e dai suoi imperativi, che di artistico e di umano non hanno nulla, c'è bisogno di una grande anima. E lei ne aveva una enorme, molto carnale e impastata di tutta la poesia terrena di cui un essere umano è capace. Ma non è stato sufficiente. Viveva sulle montagne russe (.
Perché se n'è andata?
Probabilmente la morte del figlio, a cui sono dedicate canzoni di una dolcezza senza eguali (https://www.bing.com/videos/search?q=My+darling+child&docid=603551859852... ), alcune delle quali racchiuse in un disco che se non è stato osannato dalla critica (non lo so), dovrebbe essere riconosciuto, almeno adesso, come un capolavoro di Sinéad (Universal Mother: https://www.youtube.com/watch?v=lfUdGECG3EY). All'inizio di questo album, nell'introdurre una canzone che si riferisce agli abusi che aveva vissuto da giovane, Sinéad riporta la voce di una femminista che sottolinea come l'opposto del patriarcato non è il matriarcato, ma l'essere fraterni e la cooperazione. A dispetto di qualsiasi luogo comune e della logica binaria, purtroppo usata ancora da una parte dello stesso movimento femminista (largamente inteso) https://www.youtube.com/watch?v=qD_Z3td4nRU .
Probabilmente una delle sue profonde crisi spirituali, che l'hanno portata a bruciare la foto di Papa Giovanni Paolo II per denunciare i casi di abuso e pedofilia che poi si sono scoperchiati in tutta la loro gravità negli ultimi decenni (mettendo a dura prova anche l'istituzione millenaria della Chiesa, e prima di tutto il Papa tedesco che si è dovuto dimettere), e poi ad avvicinarsi all'islam e ad altre fedi (https://www.youtube.com/watch?v=3qAxS4Di6bU)
Non lo sappiamo. E forse non lo sapremo mai.
Qualsiasi sia stato il motivo che l'ha portata a lasciare questo terribile e meraviglioso mondo, di certo lo avrà fatto sempre per seguire la sua anima. Per non tradirla, non abbandonarla. O proprio perché, in un momento di disperazione, non riusciva più ad ascoltarla. O perché, alla fine, ne è stata sovrastata.
Forse le è successo quello che è successo a Janis Joplin, ed è restata vittima di uno dei mali del suo tempo. Vittime, perché hanno voluto vivere tutto sino in fondo, senza sconti, ma senza davvero considerare la conseguenza di questo gesto trasgressivo in una società zombie. Vittime di un eccesso di vita, anche se in modi completamente diversi.
Chissà.
Moltissimi anni fa, quando ancora l'Auditorium di Roma era una novità in città, sono riuscito ad andare a sentire un suo concerto. Come spesso mi capita, trovai i biglietti all'ultimo momento. Ho passato tutto il concerto con lo spirito in estasi. Con l'anima aperta e a tre metri dal suolo. Con la gioia che mi ha accompagnato per giorni.
La gioia di chi ha avuto la fortuna di incontrare la voce dell'anima, in concerto.

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