Passo-passo


A little revolution. Something nobody speak anymore. But, still, they are resisting and fighting for a new world. I post a little article of Immanuel Wallerstein, just to remember that a new world has to take care of this experience too.

 

The Neo-Zapatistas: Twenty Years After

Immanuel Wallerstein

 

On January 1, 2014, the Ejército Zapatista de Libéración Nacional (EZLN) celebrated the twentieth anniversary of its uprising in Chiapas. This year, they are engaging in a self-appraisal. In April, in the official outlet of the EZLN, Rebeldía Zapatista, Insurgent Subcommandant Moisés published an editorial about the “war against forgetting.” He says that in a mere nineteen years, the struggle of the EZLN has “held in check” (toreado) the evil system that has been oppressing the indigenous peoples for 520 years.

What has been the achievement of the EZLN? In what sense can it be said to have been a success? The EZLN has been scoffed at not only by the world right but by certain elements of the world left as being largely irrelevant to the world struggle against imperialism and neoliberalism. What have they accomplished, ask the critics? Has their trajectory been more than a public relations show?

This kind of criticism misses the entire point of the uprising. Their first accomplishment has been to survive against a Mexican army that has been chafing at the bit for twenty years to destroy them. They have held it at bay not by the military prowess of the EZLN (which cannot compare with that of the Mexican army) but because of their political strength – both internally with the indigenous peoples of... leggi tutto ....

It is a project of the Arthur Morgan Institute for Community Solutions, a non-profit organization that designs and teaches low-energy solutions to the current unsustainable, fossil fuel based, industrialized, and centralized way of living.

 

Italian version: https://www.youtube.com/watch?v=JMxchV41wBo

Even if he is quite popular, Erich Fromm is not considered as an important base of discussion for the contemporary philosophical criticism of our society. But, out of his most popular books, he wrote almost three essential books for us, today: "Escape from Freedom (1941)", "The Sane Society (1955)", "The Anatomy of Human Destructiveness (1973)". For this reason he has to be considered, still, a philosopher of our time.

 

On human rights and alienation: https://www.youtube.com/watch?v=RpfW1xfouaM

A Verona si è svolta quest'anno una bellissima e importante manifestazione di un pezzo importante dell'Altra Italia. Riporto volentieri un articolo di Riccardo Troisi su quanto accaduto. Con tante belle foto, e il video del discorso di Alex Zanotelli.

 

Il 25 Aprile all’Arena di Verona è stata una giornata importante per il movimento della pace. Ha mostrato come migliaia di persone in molti modi e luoghi hanno da tempo deciso di rialzarsi in piedi e di camminare insieme

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di Riccardo Troisi

Una giornata importante per il movimento della pace. All”Arena di Verona migliaia di persone si sono ritrovate il 25 Aprile per festeggiare i 69 anni della Liberazione e per lanciare un forte messaggio a cittadini, movimenti e istituzioni: questo è il tempo per osare, per costruire una nuova cultura di pace e per avviare finalmente «un percorso verso la liberazione dalle armi».

Il primo passo in questa direzione è stata  la richiesta al governo fermare la spirale perversa che prevede una spesa di oltre 15 miliardi di euro per l’acquisto drgli ormai noti 90 cacciabombardieri F35 e di stornare invece quei fondi su investimenti di utilità sociale, aprendo così la strada a percorsi di coversione dell’industria bellica e a una politica di disarmo.

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Sono stati tantissimi a testimoniare dal palco e dagli spalti questo desiderio di pace e di... leggi tutto ....

Questo articolo è uscito oggi per il sito online "Alfabeta2". Un lavoro più ampio uscirà su "Le Monde diplomatique-Colombia" in spagnolo, nel mese di Maggio. Buona lettura!

 

Processo di pace e alternativa politica

 

Di Emanuele Profumi

 

L’anno scorso, durante una presentazione dell’Informe General del Grupo de Memoria Historica di Bogotá, una ricerca approfondita sulle conseguenze del lungo conflitto armato sulla popolazione, una delle scienziate politiche che vi avevano lavorato, Maria Emma Wills, finì il suo intervento ricordando il panorama di un Paese ingiusto e poco incline alla pace: “Queste sono le mie conclusioni: esistono tre Colombie in questo momento. Una Colombia desolata e derelitta, una Colombia indifferente, e una Colombia polarizzata”, disse quasi piangendo. Sottolineò l’enorme sofferenza popolare e l’ingiustizia che rappresentano gli indifferenti e i “polarizzati” di fronte alla realtà, sempre più chiara, dell’impatto della guerra per il complesso della società: al 31 Marzo 2013 si calcolano 25 mila desaparecidos, 1.754 vittime di violenza sessuale, 6.421 bambini, bambine e adolescenti reclutati dai gruppi armati, 5 milioni e 700 mila rifugiati interni (15% della popolazione nazionale), tra il 1958 e il 2012 sono morte 220 mila persone, delle quali 81,5% corrisponde a civili, e tra il 1985 e il 2012, ogni dodici ore è stata sequestrata un persona1. Una guerra che è cambiata molto con la nascita dei gruppi paramilitari, principali responsabili dei massacri e degli assassini selettivi, e il sorgere delle organizzazioni del narcotraffico. Un conflitto interno, perpetuo, che ha dissanguato il tessuto sociale, facendo del terrore e della barbarie pratiche... leggi tutto ....

L'éthique de Levinas, et la relation avec l'autre et sa souffrance, est centrale pour penser à nouveau l'émancipation humaine. Au de là de sa position religieuse, on doit prendre en consideration sa position si nous voulons comprendre se que c'est la reconnaissence humaine. Sa difficile dialectique et sa nécessaire realité pour se rendre libres.

 

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Allemand-Français:
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Domani saranno passati già tre anni dalla morte di Vittorio Arrigoni. L'amarezza della sua scomparsa si accompagna alla rabbia contenuta, all'indignazione controllata, per la situazione attuale del popolo palestinese. Si consuma una tragedia ormai quotidiana, un orrore e un'ingiustizia che sfida il senso del grottesco di tutti coloro che hanno una possibilità diretta per cambiare questa situazione di oppressione e dominio ormai istituzionalizzata e sancita da tempo. Lo Stato di Israele è uno Stato religioso e pseudo-totalitario, e il sistema elettorale non vuol dire affatto che siamo in presenza di una forma di democrazia occidentale, visto i diversi casi storici dove le elezioni si sono accompagnate a regimi autoritari più o meno feroci e totalitari (vedi, per esempio il Brasile della dittatura militare o la Colombia pre-Costituzione del '91). Vittorio m'era vicino, e io a lui, senza saperlo. Una connessione misteriosa ma profonda. Domani inauguro a Roma la mia mostra di fotografia su una realtà importante del popolo colombiano, "Tessendo Speranza". La dedico a Vittorio, e a coloro che ne seguono l'esempio importante, quello di "restare umani".

Accolgo su questo Blog una riflessione (ita-eng) di Johan Galtung, il maggiore pensatore dell'alternativa nonviolenta del nostro tempo. Davanti alla trasformazione autoritaria della società "democratica", ossia davanti alla dissoluzione quasi completa della sovranità popolare e alla riduzione dei meccanismi di controllo popolare a farsa o a spettacolo effimero, che dura giusto il tempo di un referendum abrogativo, per poi finire nella spazzatura della storia, sarebbe il caso di tornare ad ascoltare. Sopratutto chi ha qualcosa da insegnare veramente e chi riesce davvero a fare riflettere sul nostro presente. E' il caso di Galtung. Non certo, per esempio, di chi vuole cambiare la Costituzione italiana e l'assetto istituzionale del potere parlamentare con colpi di mano mascherati con il sorriso. Ma neanche di chi scimmiotta un'opposizione al sistema riproducendo gli stessi modelli che contesta, sia in parlamento che altrove. Né le scimmie uraltrici né i macachi superveloci possono essere alternativi all'originale schimpanze miliardario che ha trasformato la politica in uno zoo dove governano i capi branco. E al pubblico non rimane che pagare il biglietto per vedere lo spettacolo.

 

LA REINVENZIONE DEL FASCISMO

Se la libertà è quella di utilizzare denaro per guadagnare più denaro, la sicurezza è la possibilità di uccidere i nemici, la democrazia è ridotta al rito delle elezioni, qualcosa di grave sta accadendo. È la reinvenzione del fascismo, il potere che passa nelle mani del nuovo “complesso militare-finanziario”

Le atrocità della Seconda guerra mondiale hanno lasciato dietro di sé danni permanenti, abbassando i nostri standard su quello che è... leggi tutto ....

Il movimento nonviolento è ancora attivo in Italia, nonostante l'ondata autoritaria che sta attraversando tutti i Paesi d'Europa, e che nel "Bel Paese" si maschera con abiti democratici o movimentisiti. Com'era logico aspettarsi, si incontra con la punta più avanzata del movimento ecologista. C'è da auspicarsi che si mettano in piedi progetti comuni per la trasformazione della società capitalista e il superamento dell'oligarchia popolare delle Repubbliche democratiche e liberali, sempre meno democratiche e sempre meno liberali. L'appuntamento del movimento è a Verona, il 25 Aprile, per l'Arena di Pace e Disarmo.

 

Nonviolenza e decrescita: attivisti in cammino

«Il disarmo deve essere declinato in tutte le sue accezioni possibili e oggi è nostra la responsabilità per una nonviolenza attiva, a tutto campo. Anche, e perché no, nel modello economico capitalista che occorre contrastare». Sono le parole di Mao Valpiana, presidente nazionale del Movimento Nonviolento che ha da poco concluso il congresso.

di Giovanni Fez - 7 Marzo 2014

 

 

 

 

 

 

Mao Valpiana è presidente nazionale del Movimento Nonviolento, direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", membro del comitato scientifico della Fondazione Alexander Langer, della War Resisters International (l'internazione dei Resistenti alla Guerra con sede a Londra) e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza con sede a Bruxelles). E’ lui a fare il punto sul movimento... leggi tutto ....
Les Indignés espagnols. Pour retracer des chemins Vendredi 25 Avril 18:00  Université Saint-Louis-Bruxelles 

local 2100

      Pour retracer des chemins présente le mouvement des Indignés espagnols en tentant de comprendre qui ils sont et quel imaginaire nourrit leur mouvement. Le documentaire, tourné à Barcelone en 2011, décrit la genèse du mouvement citoyen qui a poussé les gens à se réunir sur les places, dans les rues en assemblées de quartier ou en manifestations pacifiques. Face aux drames que la crise économique espagnole traine dans son sillage, des hommes et des femmes tentent d’ouvrir des perspectives originales, de penser des alternatives à un monde régi par le cynisme des gouvernants, le dogme de la croissance et la mondialisation de l’économie. Pour retracer des chemins montre le dynamisme et l’inventivité citoyenne, mais aussi les écueils qui la menacent.     Evénement organisé en collaboration avec  "La Revuee Nouvelle" Documentaire en espagnol, le débat se déroulera en français. Pour accéder, entrez par le parking situé rue du Marais, le bâtiment est celui qui surplombe le parking, l’auditoire se trouve au deuxième étage. CONTACT : Cristal Huerdo Moreno | cristal.huerdo-moreno@usaintlouis.be

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